martedì 9 giugno 2009

I miei Bambini a maggio 2009


SAMUELE A SINISTRA E MATTIA A DESTRA
MAGGIO 2009
8 MESI

La mia storia


Sono Cinzia, ho 27 anni e dal lontano 1982, anno della mia nascita, vivo in un piccolo comune della provincia di Pescara, a due passi dal mare e dallla montagna.
Dopo un fidanzamento veramente sudato e inizialmente voluto solo da noi due durato 4 anni, il 16 settembre 2007 io e Francesco abbiamo coronato il nostro sogno d'amore con un matrimonio celebrato in una calda giornata di sole e vissuto attimo per attimo, con i nostri più cari amici e parenti, fra gioia, amore, balli, canti e scherzi.
Fin da prima di sposarci, avevamo deciso di non porre limiti alla volontà del Signore: avremmo accettato dei figli, se e quando avrebbe voluto darceli. In cuor nostro però, non pensavamo che ci avrebbe dato così rapidamente ascolto! Già nel gennao 2008, infatti, scopro di essere incinta e subito, dalla prima ecografia, si vedono ben chiari due gemelli. Data presunta del parto: 05.10.2008.Fin da subito ci affidiamo a un ginecologo a pagamento, uno dei migliori in circolazione, o almeno così correva voce, il quale ci disse di aspettare un mese in quanto uno dei due gemelli avrebbe potuto ritirarsi naturalmente. E invece no, avevano da subito tanta voglia di vivere, così, al secondo mese riceviamo il responso: gravidanza gemellare monocoriale biamniotica...parole che però per noi, all'epoca, non significavano assolutamente nulla se non che eravamo in attesa di due gemelli.
Ricordo che la notte seguente non riuscii a dormire...quante paure avevo; pensavo: "Saremo in grado di allevare due gemelli?" Non sapevo purtroppo che presto a queste si sarebbero sostituite ben altre paure, più serie e gravi.
Ad ogni visita, infatti, il ginecologo continuava a ripetermi che avevo troppo liquido, che non trovava la membrana di separazione tra i due gemelli, che un gemello era più piccolo di un altro, che io mi stavo appesantendo troppo. Tuttavia, ogni volta che, a seguito di questo elenco, chiedevamo se fosse normale, lui rispondeva che sì, con due gemelli erano cose che succedevano, che i nostri erano i gemelli più in salute tra quelli che segiuva e che non dovevamo preoccuparci. Per il mio peso mi mise a dieta, disse che dipendeva dal fatto che mangiavo troppo (gli credetti anche perchè in effetti avevo sempre fame). L'unica cosa che mi spinse a fare fu mettermi in maternità anticipata ma, secondo lui, solo per precauzione in quanto le gravidanze gemellari sono più delicate di quelle normali.
Nel pomeriggio del 20.05.2008, a 20+4 settimane, vado a fare l'ecografia morfologica, sempre privatamente, sempre a pagamento. Non sapevo spiegarmi perchè, ma dal giorno prima ero stranamente agitata, la notte dormii male...chissà...forse l'istinto materno mi avvisava che qualcosa non andava. Ma non potevo immaginare un responso così tragico: ci venne infatti individuata la trasfusione feto fetale. L'unica cosa che capimmo era che era grave, che entrambi i nostri piccoli stavano per morire e che bisognava urgentemente trovare una soluzione.
Il dottore che mi fece la morfologica, in accordo con il mio ginecologo, ci consigliò di andare a Roma presso un centro, sempre privato, che si occupava di gravidanze gemellari a rischio. Il giorno dopo, 21.05.2008, eravamo già lì: stesso responso, TTTF grave. Il responsabile del centro, un grande luminare, conosciuto e rispettato in tutta Italia, ci disse che la laser terapia non si poteva più praticare (altrimenti, disse, me l'avrebbero fatta lì, subito, in cinque minuti) perchè il mio stato non consentiva di vedere la vena su cui intervenire. L'unico modo per intervenire, secondo lui, era quello di praticare periodicamente delle amnio-riduzioni: ossia estrazioni di litri e litri di liquido.
Già...perchè l'unica cosa che ci spiegarono lì era che io non ero gonfia perchè mangiavo troppo, ero gonfia perchè, a causa della TTTF, il feto ricevente (per farla breve)produceva troppo liquido.Ci dissero subito però, che se con le amnio-riduzioni avevamo delle possibilità di far sopravvivere ambo i feti, c'era la forte probabilità che uno o entrambi sarebbero nati con problemi neurologici.Insomma...pur volendo esser ottimisti, la situazione era tragica.
Tornammo a Pescara e iniziammo a informarci per vedere dove effettuare queste amnio-riduzioni. Intanto, tramite internet, cercavamo notizie sulla sindrome per cercare di capire bene cos'era, visto che bene nessuno sapeva spiegarcela, e per vedere se c'erano stati altri casi. In tutto ciò il mio ginecologo reagì dicendo: "Nella mia lunga carriera ho avuto un solo caso...e sono morti entrambi, decidete voi che fare!"
Trovai una filiale della clinica di Roma a Chieti, vicino casa, e chiamai per vedere se lì potevano effettuarmi le riduzioni. Quando esposi il mio caso alla dottoressa che se ne occupava, mi disse subito: "lasciate perdere quello che vi ha detto Roma; in Italia c'è al momento un solo centro che si occupa di questo problema, ossia il Buzzi a Milano. E' lì che dovete rivolgervi!"
Non eravamo convinti, stavamo per non seguire il suo consiglio in quanto, stando a quanto ci dissero a Roma, comunque ormai non mi si poteva più praticare il laser. Poi, però, decidemmo di tentare lo stesso per due motivi:
1) perchè comunque lo dovevamo ai nostri piccoli fare ogni tentativo possibile;
2) perchè alla fine della giostra, dandoci questo consiglio la dottoressa di Chieti aveva ribaltato il verdetto di Roma, andando contro i suoi stessi interessi visto che collaborava con una loro filiale.
Tramite lei, che si occupò di noi, gratuitamente e senza neanche averci visti di persona, fissammo un appuntamento con il dott. Lanna del Buzzi per la stessa settimana: il 30.05.2008.
Lì ci spiegarono bene cos'era la TTTF. Poi mi fecero un'accurata visita dalla quale risultò che ero alla fine del secondo stadio e quindi la situazione era grave e bisognava decidere subito come intervenire. Rimisero in gioco la possibilità della laser terapia e ci spiegarono che se a Roma non me la praticarono non era per colpa del mio stato, ma perchè Lì PROPRIO NON LA FACEVANO! Inoltre, ci spiegarono, che non era una cosa da fare in 5 minuti, come dissero a Roma, ma un vero e proprio intervento.
Tuttavia, ci spiegarono che anche procedendo con il laser avevamo, a intervento riuscito (e quindi qualora fossero riusciti a trovare e "bruciare" la vena di collegamento), il 33% delle possibilità di salvarli entrambi, il 33% di salvarne uno e il 33% di perderli entrambi, dipendeva da come avrebbero reagito i feti una volta chiusa la vena. Però i bimbi, se nati, sarebbero stati sani mentre con le amnio-riduzioni forse avevamo qualche possibilità in più di salvarli entrambi ma avrebbero avuto problemi neurologici.
Dopo una lunga discussione, decidemmo di procedere con la laser terapia, non so perchè, ma qualcosa in cuor mio mi spingeva a tentare.
L'intervento venne fissato per il 04.06.2008. Nel frattempo rimasi a Milano, promettendo ai dottori (tutti splendidi e premurosi) di rivolgermi immediatamente a loro per qualsiasi cosa (io nel frattempo ero talmente gonfia che avevo tantissima difficoltà a camminare e respirare).
L'intervento venne fatto in anestesia totale, perchè così avrebbero addormentato i due feti e scongiurato ogni rischi di toccarli. Praticarono un piccolo foro sulla pancia ed entrarono con una microcamera, per trovare la vena, e con un laser, per bruciarla. Durò mezzora, molto meno di quanto temevamo, riuscirono infatti a trovare subito la vena e a bruciarla. La sera e il giorno dopo ebbi dolori forti, come in travaglio, ma dipendevano dal fatto che era stato toccato l'utero. Inoltre avevo difficoltà a muovermi in quanto sentivo un bruciore interno dove era stato praticato il laser.In compenso, però, durante l'intervento mi eliminarono anche 3 litri di liquido e quindi non solo mi sentivo più leggera, sgonfia e libera di respirare ma, soprattutto....riuscivo finalmente a sentire i miei piccoli muoversi!
Dopo due giorni ebbi le dimissioni e tornai a Pescara. Tornai a Milano dopo una settimana per una visita di controllo. Poi, ogni settimana mi recavo all'ospedale di Chieti per farmi controllare con la mia nuova ginecologa, ossia la dott.ssa che mi aveva mandato dagli angeli di Milano e che ormai lavorava sul mio caso in stretto contatto con loro. Inoltre, il dott. Lanna in persona mi telefonò di tanto in tanto, fin dopo il parto, per avere aggiornamenti da me in persona.
Non ci facemmo illusioni sulla data del parto, ogni giorno in più in pancia era un giorno benedetto!
Così facendo passò l'estate. Da agosto però iniziai a prendere tre compresse di vasosuprina al giorno per cercare di frenare le contrazioni, sempre più forti, spesso anche dopo l'assunzioone della medicina. Fissammo il cesareo per il 07.09.2008. La mattina del 6 settembre, però, mentre ero in bagno, dopo essermi alzata, mi si ruppero le acque: i bambini non ne potevano proprio più, volevano nascere! Mandai un sms alla dott.ssa per avvisarla che stavo andando in ospedale. Dal pronto soccorso mi portarono subito in reparto. Lì già mi aspettavano: erano al telefono con la dott.ssa che sarebbe arrivata dopo poche ore. E fu lei a far nascere con taglio cesareo Samuele (alle 15.29) e Mattia (alle 15.31).
Samuele pesava 2.800 Kg e Mattia 2.300 perciò non ebbero neanche bisogno dell'incubatrice. Mattia però rimase in neonatologia fino all' 11.09.2008 in quanto aveva la glicemia bassa. Io e Samu invece tornammo a casa già il 09.09.2008.
Oggi, sabato 30 maggio 2009, a quasi un anno dall'operazione, i bambini sono magnifici! Hanno quasi nove mesi (sabato prossimo) e una costituzione, a detta della pediatra, di bimbi di un anno. Samuele infatti pesa circa 10 Kg mentre Mattia circa 9 Kg. Gli esami di routine finora sono tutti positivi. Tra un pò dovremo ripetere l'ecocardio in quanto l'organo più lesionato dalla TTTF è stato il cuore (in particolare quello di Samu, il gemello ricevente, che era ormai andato in "sovracarico"). Ho un pò di paura ma spero che vada tutto bene. Infine hanno un pò di idrocele ma speriamo che entro i tre anni si ritiri altrimenti dovranno sottoporsi a un piccolo interventino che, ormai, pare esser di routine. Insomma, per i rischi che hanno corso, va più che bene.
Se questa oggi può apparire una favola a lieto fine, il merito è da attribuire a persone magnifiche che ci hanno sostenuti a prescindere dal rientro economico (sia a Milano che a Chieti, infatti erano strutture pubbliche e, in quanto gravidanza a rischio, non ho pagato più nulla).
Ringrazio il Signore per aver messo questi angeli sulla mia strada e per avermi dato la forza per non perdermi mai d'animo e cercare di esser forte anche nei momenti peggiori: i bambini, infatti, in queste situazioni, hanno tanto bisogno della forza della loro mamma!!!!!